Stagioni al Sirente
CARICAMENTO

L'ECOMUSEO DELLA NOSTALGIA LELJ-ROSA

Chi abbia letto qualche brano delle opere di Titta Rosa e Massimo Lelj, può capire come la bassa valle del fiume Aterno, o Subequana, individuabile nell’omonimo bacino idrografico che va dall’Aquila a Popoli, dove il corso d’acqua si unisce al Pescara, sia un ambiente dominato dalla natura, che la vita dell’uomo ha per necessità, quanto più possibile, assecondato nel tempo. Le stesse strade si arrampicano e ridiscendono da un lato all’altro del fiume, collegando paesi dirimpettai, come quelli dei due autori, saltando da una parte all’altra dell’acqua. Un simile ambiente, composto da infrastrutture provinciali, montagne, piccole valli e paesi arroccati sui pendii, costituisce un ecosistema vario, all’interno del quale coesistono resistenti coloni dei luoghi e nuovi pionieri di questi antichi borghi. L’insediamento di un ecomuseo in queste zone, che hanno vissuto uno spopolamento notevole negli anni ‘50, ma vivono da almeno vent’anni in una sorta di stabilità demografica, si inserisce in maniera naturale, quasi necessaria, in un processo di ricostruzione sociale che si fondi sulla valorizzazione e tutela dei principi base dell’ecomuseo stesso: patrimonio, territorio, popolazione.

Nel progetto, il territorio ecomuseale si estende nel Comune di Tione degli Abruzzi, che comprende le frazioni di Santa Maria del Ponte e Goriano Valli, guardando però ad una rete estesa che si spera possa interessare i nove comuni contigui, il Parco Regionale Sirente Velino, il GAL Gran Sasso Velino e altri enti e associazioni territoriali, all’interno di un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio, di una popolazione e di un patrimonio. L’“ombrello” museale, inteso come “progetto di sviluppo territoriale partecipato tra comunità ed istituzioni su un’estensione geografica ampia che abbraccia confini amministrativi ed emergenze territoriali diverse, legate fra loro da una storia comune”, comprende infatti un ampio territorio con evidenze storico artistiche di notevole interesse, che partono da testimonianze preromane, attraversando la storia degli uomini, dell’arte e della religione per più di due millenni.

L’idea di parco fluviale – letterario lungo il fiume Aterno in memoria dei due autori non è nuova, se ne contano in dichiarazioni di intenti diverse e in diversi tempi, ma è piuttosto la concezione dell’ecomuseo come agente nel territorio di riferimento e della nostalgia come valore universale, che si ritiene possa attirare più visitatori di quanti ne attragga la fama dei due scrittori, a qualificare questo progetto nella sua autenticità. La nostalgia in tal senso risulta il tema chiave non soltanto dell’ecomuseo, ma in generale di una società nella quale la “memoria collettiva”, intesa con Halbwachs, come credenze e ricordi condivisi da un gruppo umano o una nazione in un dato momento storico, che i suoi membri si occupano di trasmettere alle generazioni successive, vive un progressivo impoverimento, trascurando pian piano i legami profondi e duraturi.  

Il percorso museologico ipotizzato si snoda in una pluralità di centri espositivi, che uniscono una casa museo (casa Lelj a Tione degli Abruzzi), un centro studi e documentazione, period rooms, oasi naturali, sentieri escursionistici lungo il fiume Aterno, un casello ferroviario e un mulino, luoghi nei quali i visitatori potranno trovare offerte esperienziali, come workshop, laboratori artigiani e rinsaldare i legami con l’ambiente locale, lungo un filo tematico di parole. Tale percorso deve contrapporre il romanzo all’epica, l’espressione alla rappresentazione, le case e i luoghi comuni ai monumenti, le storie degli uomini alla storia, gli individui alla società, lungo un filo di parole emergenti dagli scritti dei due autori. (A cura di Amedeo Di Nicola)